Un recente studio, pubblicato su Molecular Psychiatry, ha evidenziato che alcune segnature epigenetiche di traumi infantili possono essere utilizzate come biomarcatori con lo scopo di prevedere il rischio di depressione, dipendenza da nicotina, disturbo da consumo di alcol e altri problemi di salute nelle persone con traumi complessi, quasi 17 anni dopo.
Per comprendere meglio l'impatto epigenetico del trauma infantile, gli scienziati hanno analizzato campioni di sangue, dati clinici e altre valutazioni raccolte nell'ambito del Great Smoky Mountain Study, un progetto trentennale istituito dalla Duke University e dal Dipartimento della salute e dei servizi umani della Carolina del Nord che ha intervistato centinaia di bambini e adolescenti fino all'età adulta.
La maggior parte dei partecipanti allo studio che ora hanno 30 anni, hanno partecipato quando avevo dai 9 ai 13 anni di età.
I ricercatori hanno prima utilizzato i campioni di sangue dei siggetti per misurare quasi 28 milioni di singoli siti di metilazione nel loro DNA. Hanno quindi identificato i cambiamenti di metilazione correlati all'esposizione segnalata a traumi, come lesioni gravi, violenza sessuale e rischio di morte effettivo o minacciato. Utilizzando l'apprendimento automatico per collegare i cambiamenti di metilazione correlati al trauma sperimentati durante l'infanzia ai dati clinici raccolti nell'età adulta, il team di ricercatori ha generato punteggi di rischio di metilazione per diverse conseguenze avverse. Ciò includeva disturbi psichiatrici, problemi di salute fisica, abuso di sostanze, povertà e problemi sociali.
Le analisi hanno rivelato che i punteggi di rischio potrebbero prevedere i problemi di salute di un partecipante e altre avversità quasi 17 anni dopo la sua esposizione al trauma.
I loro risultati hanno anche mostrato che i punteggi del rischio di metilazione erano un migliore predittore di esiti negativi rispetto ai rapporti sul verificarsi di esperienze traumatiche.
In effetti, i ricercatori hanno spiegato che la metilazione del DNA ha un potere predittivo migliore perché non sta solo mostrando se un bambino ha subito un trauma, ma piuttosto come quel bambino sta rispondendo al trauma. Il potere predittivo dei punteggi di rischio di metilazione potrebbe essere utile anche in situazioni in cui il trauma di un bambino èdifficile da valutare con strumenti standard, come nel caso di abuso o abbandono sessuale, o quando i bambini non sono in grado di verbalizzare l'impatto di eventi traumatici .
Guardando al futuro, il team di ricerca mira a testare i punteggi di rischio di metilazione su un ampio spettro di popolazioni per valutarne ulteriormente il potenziale clinico.
Questo studio ha dimostrato che i biomarcatori di metilazione potrebbero potenzialmente aiutare a identificare le persone più a rischio di sperimentare problemi di salute legati ai traumi.
In questa direzione se la ricerca è in grado di determinare i soggetti che hanno più bisogno di cure preventive, in tal senso si possono personalizzare i trattamenti e supportare le reti psicosociali e gli specialisti per favorire la guarigione.
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