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  • Immagine del redattore: Paola Foggetti
    Paola Foggetti
  • 24 nov 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Un carico di eventi traumatici nella vita aumenta ulteriormente il rischio di sviluppare un Disturbo da Stress Post Traumatico (di tipo complesso).

In riferimento ai traumi, il detto: “il tempo cura tutte le ferite” è falso, per questi motivi:


1) Le ferite non sono tutte uguali. Le ferite di eventi abnormi, che producono effetti traumatici, è bene curarle subito per non rimanere intrappolati nella sofferenza del passato, mentre la propria vita continua a scorrere;

2) L’età della persona influisce, in modo variabile, sugli effetti di un evento traumatico;

3) Le risorse necessarie disponibili (interne ed esterne), per gestire e per superare un evento traumatico, non sono sempre efficaci o possono risultare assenti;

4) I traumi cumulativi e ripetuti (sia nei bambini che negli adulti) richiedono sempre un intervento terapeutico mirato e attuabile appena possibile.



(dipinto ippocampo di Greg Dunn)


I Traumi cumulativi (e talvolta anche quelli singoli) alterano il funzionamento di alcune aree cerebrali, in particolare dell’ippocampo e dell’amigdala. L’alterazione di queste aree determina il formarsi di memorie persistenti, invasive e frammentate.



I sintomi più frequenti: iperarousal (iperattivazione generalizzata), dissociazione, flashback, evitamento persistente (di luoghi, cose, o situazioni che possono far rivivere il trauma), disturbi del sonno.

Le funzioni del sistema nervoso autonomo risultano alterate: l'organismo risponde in modo estremo agli stimoli che rievocano il trauma (aumento del ritmo cardiaco, aumento o diminuzione della pressione sanguigna, ansia intensa o attacchi di panico, disturbi gastroenterici e neurovegetativi - come nausea, dolori addominali, cefalee, svenimento).

Le alterazioni neurormonali, altresì, incidono sulle modalità in cui le esperienze traumatiche vengono depositate (consolidate) nella memoria a lungo termine.

In tutti gli studi clinici condotti su persone che hanno subito Traumi Complessi sono presenti stati depressivi protratti.

La cura deve essere specialistica e mirata. Esistono dei protocolli psicoterapeutici di provata efficacia, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. Uscire dal trauma è possibile.




  • Immagine del redattore: Paola Foggetti
    Paola Foggetti
  • 6 ago 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Da sempre l'attività onirica ha interessato poeti, filosofi e scienziati. Il fascino del mondo dei sogni, con i suoi misteri, attrae culture e discipline diverse. Da un punto di neuropsicofisiologico l'attività onirica, specifica del sonno REM, riguarda quella fase del sonno, generalmente rappresentata nella seconda parte della notte, in cui si presenta una quasi completa perdita di tono della muscolatura volontaria e durante la quale si verifica l’attività onirica più intensa. Oggi sappiamo che la funzione dei sogni è proprio quella di elaborare le emozioni, le situazioni complesse, gli eventi negativi, le preoccupazioni e i ricordi per ognuno di noi significativi. Il sogno, quindi, agisce come una terapia notturna. Questa primavera ci siamo trovati a vivere un'esperienza unica per la nostra epoca, la pandemia della SARS-CoVid-2. Gli effetti di questa malattia sono stati, per molti pazienti, drammatici. Inoltre la paura di infettarsi e la difficoltà a gestire il lockdown hanno alterato in molte persone alcuni sistemi biologici. Tra questi il ciclo sonno veglia è stato particolarmente colpito e si sono presentati maggiori disturbi del sonno. Studi neuropsicologici evidenziano, da anni, che durante la fase REM, il nostro cervello si attiva al fine di gestire le emozioni intense, soprattutto quelle negative.

Recenti studi internazionali hanno evidenziato dutante e dopo il lockdown un aumento significativo dei disturbi del sonno (definite Parasonnie) in fase REM, quei disturbi del sonno maggiormente presenti anche negli stati post traumatici. https://link.springer.com/article/10.1007/s00415-020-10056-6

https://www.nationalgeographic.com/science/2020/04/coronavirus-pandemic-is-giving-people-vivid-unusual-dreams-here-is-why/ https://www.kcl.ac.uk/news/the-three-groups-reacting-to-life-under-lockdown https://rebecca-renner.com/ In breve, le Parasonnie del sonno REM sono : A) Il Disturbo Comportamentale in Sonno REM (REM SLEEP BEHAVIOR DISORDER – RBD) si contraddistingue per la perdita della fisiologica atonia muscolare. Per tale motivo, durante gli episodi, che si verificano più frequentemente nella seconda parte della notte, le persone presentano una eccessiva attività motoria, spesso caratterizzata da comportamenti bruschi (come urlare, tirare pugni e calci), in rapporto al contenuto dei loro sogni, i quali vengono riferiti, generalmente, a contenuto negativo; B) La Paralisi del Sonno. Durante questo disturbo, le persone, nonostante rimangano coscienti, hanno la percezione di non potersi muovere. Gli episodi si possono verificare durante la fase di addormentamento (“paralisi ipnagogiche”) o in seguito ad un risveglio (“paralisi ipnopompiche”). Possono essere accompagnate da allucinazioni uditive o visive e possono durare da pochi secondi a parecchi minuti, causando spesso intensa ansia nel soggetto che le vive; C) Gli Incubi Notturni . Consistono in sogni paurosi, a contenuto negativo, spesso di lunga durata; frequentemente tali sogni inducono il risveglio del soggetto che ne mantiene un vivido ricordo. Sono frequenti nei bambini oppure nei pazienti con “disturbo post-traumatico da stress”. Possono essere favoriti dalla febbre oppure dalla brusca sospensione di alcol o di farmaci che riducono il sonno REM. Da uno studio osservazionale della mia esperienza clinica on line, durante il lockdown il 30% dei pz (9 pazienti su 30) età media 32 anni, hanno presentato: - alterazioni del ciclo sonno veglia - aumento dell'attività motoria durante il sonno nella fase REM (Disturbo Comportamentale del sonno REM) - mentre il 10% ha avuto un maggior numero di episodi di sonnambulismo (non dovuti agli effetti collaterali di farmaci psicotropi).

Le evidenze cliniche e altre, che riguardano la popolazione generale, stanno confermando che la maggior parte delle persone durante l'emergenza Coronavirus ha sofferto di disturbi del sonno e anche la ripresa di un buon sonno, dopo il lockdown, non è stata facile

  • Immagine del redattore: Paola Foggetti
    Paola Foggetti
  • 27 giu 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

20 anni di terapia EMDR in Italia. Un metodo terapeutico elettivo per il trattamento dei Traumi, ha raccolto negli anni numerosissime evidenze empiriche, e ad oggi risulta un metodo evidence based per il trattamento dei disturbi post traumatici, approvato dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal Ministero della salute nel 2003. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’ EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.

L’efficacia dell‘ EMDR è stata dimostrata per diversi tipi di trauma, sia per il Disturbo da Stress Post Traumatico che per i traumi di minore entità. La ricerca riguardante l’ EMDR mostra la presenza di evidenti cambiamenti neurobiologici che si verificano durante ogni seduta di psicoterapia, rendendo questo approccio terapeutico uno dei percorsi che garantisce un’efficacia neurobiologica. Le scoperte in questo campo confermano l’associazione tra i risultati clinici di questa terapia e alcuni cambiamenti a livello delle strutture e del funzionamento cerebrale.

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